mercoledì 14 febbraio 2007 cronaca pag. 19 -BresciaOggi
Treni. L’assessore regionale Cattaneo risponde a Corsini
«PENDOLARI, abbiatepazienza fino al 2008»
«I miglioramenti vincolati ai lavori sulla Milano-Treviglio»
Cari PENDOLARI, pazientate almeno fino alla fine del 2008. E pazienti pure il sindaco Paolo Corsini, che si era fatto interprete dei problemi di 4 mila bresciani alle prese ogni giorno con i treni da Brescia a Milano e ritorno. Dopo un mese abbondante arriva la risposta dell’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità Raffaele Cattaneo. E sottolinea come il «generale miglioramento» del servizio ferroviario sulla tratta Milano-Brescia sia «vincolato alla tratta Milano-Treviglio interessata da lavori di quadruplicamento, la cui fine è prevista tra il 2007 e il 2008». Se poi si aggiunge che terminati i lavori bisognerà mettere sulle rotaie nuove carrozze a seguito dell’avvio delle linee suburbane su Treviglio stessa, «i miglioramenti del servizio - aggiunge Cattaneo - saranno realmente tangibili alla fine del 2008». Inutile farsi illusioni.È questa, in buona sostanza, la risposta (arrivata ieri) a una lettera spedita dal sindaco di Brescia il 9 gennaio scorso all’assessore Cattaneo oltrechè al presidente Roberto Formigoni e all’ad delle Ferrovie dello Stato Mauro Moretti. Arriva con un po’ di ritardo (ma è stata protocollata dagli uffici regionali «solo» il 18 gennaio), e non dice neanche molto di buono.Tra l’altro, risponde picche pure alla proposta - avanzata da Corsini - di sopprimere la fermata a Treviglio dell’interregionale delle 7.15 per permetterne l’utilizzo ai viaggiatori di Brescia, Romano, Ospitaletto e Rovato. La proposta «è valutata dalla regione non proponibile», dice Cattaneo. Il quale ammette che sono oltre 400 i PENDOLARI in arrivo a Treviglio con quel treno e ne contribuiscono all’affollamento, tuttavia «si tratta di un elevato carico di passeggeri che altri treni difficilmente riuscirebbero ad assorbire». E poi, tra i 400 ce ne saranno alcuni che a Treviglio trovano corrispondenza per la linea verso Cremona e «pertanto vedrebbero peggiorare la loro possibilità d’interscambio». Insomma, non è possibile. E quanto alla pressante e reiterata richiesta di avere un treno con partenza da Brescia alle 7 e arrivo a Milano entro le 8, l’assessore regionale ricorda che «la Regione Lombardia è stata la prima ad attivarsi», ma purtroppo «la risposta di Trenitalia e di Rfi è sempre stata negativa» perché l’attuale affollamento della linea non permetterebbe di assorbire nuovi segmenti di traffico.Anche sulla manutenzione ai convogli, Cattaneo rivendica la primogenitura regionale. Anzi, ricorda che nel corso del 2006 le Ferrovie hanno «potenziato il servizio assumendo nuovo personale e mettendo a budget un intervento straordinario di pulizia su metà del parco circolante in Lombardia, per il quale sono stati spesi 2,3 milioni di euro». Con la precisazione che uno dei 5 nuovi convogli Vivalto è stato messo in servizio proprio sulla linea Milano-Brescia. E - non sembri uno scarica barile - se i PENDOLARI giustamente si lamentano è perché «alcune carrozze sono sotto il diretto controllo di Trenitalia-Veneto, sulla quale non abbiamo possibilità d’intervento diretto».Se poi Corsini chiede alla Regione di sostenere gli interventi del Comune di Brescia a favore dei 4 mila PENDOLARI, «mi farebbe molto piacere conoscere - aggiunge l’assessore Cattaneo - quali e di che tipo siano stati gli interventi posti in essere dal Comune in questi ultimi anni». Questo è quanto. E allora ci si metta l’animo in pace e si aspetti la fine del 2008. Perché solo allora arriverà il nuovo modello di servizio che separa i flussi suburbani Milano-Treviglio da quelli a medio lungo raggio, e farà respirare i PENDOLARI bresciani. mi.va.
14.2.07
BRESCIA Informazione ai passaggeri e impegno del personale fanno il miracolo sulla linea per Milano
(Dal Corriere della Sera 14/02/2007)
Guasti e ritardi: ma sul treno dei volenterosi nessuno resta a piedi
MILANO —Un’ora e mezzo di ritardo per un guasto sulla linea. Un treno non affollato, ma letteralmente stipato. Lungo il percorso, un nuovo guasto che mette in forse quel viaggio già tanto precario. Non c’è niente di speciale, purtroppo, in tutto questo: sono esperienze che i 350 mila pendolari lombardi conoscono a menadito benché le temperature straordinariamente miti di quest’inverno abbiano limitato i danni a convogli e linee. No, la notizia di ieri l’ha fatta rimbalzare Paolo Rivi, pendolare della Milano-Brescia e animatore dell’associazione InOrario, facendo sapere, in chiusura della sua ricostruzione del viaggio via mail: «Sono arrivato in ufficio più sereno del solito».
Paolo, come i suoi colleghi viaggiatori, è persona calma e ragionevole: la sua conclusione non è ironica, e nemmeno una stramberia. Più semplicemente ieri mattina, nonostante i guasti e il ritardo, i viaggiatori sono stati tenuti al corrente di quanto stava accadendo e sono stati seguiti da persone che hanno fatto ogni sforzo per contenere i danni.
Ecco come è andata: un guasto all’interregionale 2088 che parte da Brescia alle 7.28 ha costretto a pesanti ritardi tutti i treni in coda, a cominciare da un altro interregionale molto usato dai pendolari, il 2090 in partenza alle 7.38. Ma, ecco la differenza nel racconto di Paolo: «Alla stazione di Brescia, grazie ancora una volta all’ottimo signor Ugo Baiguera, l’assistente di linea, al capostazione e alle altre persone di buona volontà (di cui fortunatamente le Ferrovie sono ancora provviste) si riesce non senza difficoltà a far partire il treno speciale (Cremona) che ha aspettato di raccogliere anche i passeggeri che di solito prendono il 2090». Il treno si muove già stracolmo, però «si decide di raccogliere comunque l’utenza anche nelle altre stazioni lungo la linea». Intanto, da Treviglio si avvia anche un servizio di bus. Sul treno, «nonostante la situazione sia di assoluta invivibiltà per l’affollamento, nessuno protesta e tutti si sono fatti in quattro per aiutare i pendolari a salire, lasciando il posto a chi aveva più bisogno di sedersi... Nessuno è rimasto a piedi». Ancora: «A Treviglio un problema sul freno dell’ultima vettura ci fa temere, ma ancora una volta Baiguera ci mette una pezza». Ma chi è questo signore dal berretto giallo? La risposta arriva da un’altra pendolare, Adele Ghilardi, del comitato Romano-Chiari-Rovato: «È il santo protettore della direttrice 17! Grazie da parte di tutti i pendolari».
Guasti e ritardi: ma sul treno dei volenterosi nessuno resta a piedi
MILANO —Un’ora e mezzo di ritardo per un guasto sulla linea. Un treno non affollato, ma letteralmente stipato. Lungo il percorso, un nuovo guasto che mette in forse quel viaggio già tanto precario. Non c’è niente di speciale, purtroppo, in tutto questo: sono esperienze che i 350 mila pendolari lombardi conoscono a menadito benché le temperature straordinariamente miti di quest’inverno abbiano limitato i danni a convogli e linee. No, la notizia di ieri l’ha fatta rimbalzare Paolo Rivi, pendolare della Milano-Brescia e animatore dell’associazione InOrario, facendo sapere, in chiusura della sua ricostruzione del viaggio via mail: «Sono arrivato in ufficio più sereno del solito».
Paolo, come i suoi colleghi viaggiatori, è persona calma e ragionevole: la sua conclusione non è ironica, e nemmeno una stramberia. Più semplicemente ieri mattina, nonostante i guasti e il ritardo, i viaggiatori sono stati tenuti al corrente di quanto stava accadendo e sono stati seguiti da persone che hanno fatto ogni sforzo per contenere i danni.
Ecco come è andata: un guasto all’interregionale 2088 che parte da Brescia alle 7.28 ha costretto a pesanti ritardi tutti i treni in coda, a cominciare da un altro interregionale molto usato dai pendolari, il 2090 in partenza alle 7.38. Ma, ecco la differenza nel racconto di Paolo: «Alla stazione di Brescia, grazie ancora una volta all’ottimo signor Ugo Baiguera, l’assistente di linea, al capostazione e alle altre persone di buona volontà (di cui fortunatamente le Ferrovie sono ancora provviste) si riesce non senza difficoltà a far partire il treno speciale (Cremona) che ha aspettato di raccogliere anche i passeggeri che di solito prendono il 2090». Il treno si muove già stracolmo, però «si decide di raccogliere comunque l’utenza anche nelle altre stazioni lungo la linea». Intanto, da Treviglio si avvia anche un servizio di bus. Sul treno, «nonostante la situazione sia di assoluta invivibiltà per l’affollamento, nessuno protesta e tutti si sono fatti in quattro per aiutare i pendolari a salire, lasciando il posto a chi aveva più bisogno di sedersi... Nessuno è rimasto a piedi». Ancora: «A Treviglio un problema sul freno dell’ultima vettura ci fa temere, ma ancora una volta Baiguera ci mette una pezza». Ma chi è questo signore dal berretto giallo? La risposta arriva da un’altra pendolare, Adele Ghilardi, del comitato Romano-Chiari-Rovato: «È il santo protettore della direttrice 17! Grazie da parte di tutti i pendolari».
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