(Dal Corriere della Sera 14/02/2007)
Guasti e ritardi: ma sul treno dei volenterosi nessuno resta a piedi
MILANO —Un’ora e mezzo di ritardo per un guasto sulla linea. Un treno non affollato, ma letteralmente stipato. Lungo il percorso, un nuovo guasto che mette in forse quel viaggio già tanto precario. Non c’è niente di speciale, purtroppo, in tutto questo: sono esperienze che i 350 mila pendolari lombardi conoscono a menadito benché le temperature straordinariamente miti di quest’inverno abbiano limitato i danni a convogli e linee. No, la notizia di ieri l’ha fatta rimbalzare Paolo Rivi, pendolare della Milano-Brescia e animatore dell’associazione InOrario, facendo sapere, in chiusura della sua ricostruzione del viaggio via mail: «Sono arrivato in ufficio più sereno del solito».
Paolo, come i suoi colleghi viaggiatori, è persona calma e ragionevole: la sua conclusione non è ironica, e nemmeno una stramberia. Più semplicemente ieri mattina, nonostante i guasti e il ritardo, i viaggiatori sono stati tenuti al corrente di quanto stava accadendo e sono stati seguiti da persone che hanno fatto ogni sforzo per contenere i danni.
Ecco come è andata: un guasto all’interregionale 2088 che parte da Brescia alle 7.28 ha costretto a pesanti ritardi tutti i treni in coda, a cominciare da un altro interregionale molto usato dai pendolari, il 2090 in partenza alle 7.38. Ma, ecco la differenza nel racconto di Paolo: «Alla stazione di Brescia, grazie ancora una volta all’ottimo signor Ugo Baiguera, l’assistente di linea, al capostazione e alle altre persone di buona volontà (di cui fortunatamente le Ferrovie sono ancora provviste) si riesce non senza difficoltà a far partire il treno speciale (Cremona) che ha aspettato di raccogliere anche i passeggeri che di solito prendono il 2090». Il treno si muove già stracolmo, però «si decide di raccogliere comunque l’utenza anche nelle altre stazioni lungo la linea». Intanto, da Treviglio si avvia anche un servizio di bus. Sul treno, «nonostante la situazione sia di assoluta invivibiltà per l’affollamento, nessuno protesta e tutti si sono fatti in quattro per aiutare i pendolari a salire, lasciando il posto a chi aveva più bisogno di sedersi... Nessuno è rimasto a piedi». Ancora: «A Treviglio un problema sul freno dell’ultima vettura ci fa temere, ma ancora una volta Baiguera ci mette una pezza». Ma chi è questo signore dal berretto giallo? La risposta arriva da un’altra pendolare, Adele Ghilardi, del comitato Romano-Chiari-Rovato: «È il santo protettore della direttrice 17! Grazie da parte di tutti i pendolari».
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