24.10.06

Da il Corriere della Sera del 20 ottobre 2006

23.10.06

«Aumenti solo se il servizio migliora»

Incontro dei comitati a Romano. Si punta a coinvolgere sindaci ed enti locali
ROMANO C'erano tutti i rappresentanti dei comitati pendolari della linea ferroviaria Milano-Brescia, giovedì sera, nel palazzo dei Muratori a Romano per l'incontro pubblico cui ha partecipato l'onorevole Ezio Locatelli (Rifondazione comunista), membro della Commissione trasporti della Camera dei deputati.Il parlamentare ha chiesto ai comitati di puntare al coinvolgimento dei sindaci e delle istituzioni territoriali a sostegno delle richieste degli oltre 21 mila viaggiatori quotidiani della Milano-Brescia, di cui una buona metà sono bergamaschi della Bassa. Erano presenti i pendolari dell'Associazione «In Orario» di Brescia, quelli del Comitato pendolari di Morengo-Bariano e quelli del Comitato di Chiari-Romano-Rovato, concordi nel sottolineare le criticità del servizio. In sala anche il sindaco di Romano, Emilio Tognoli, per anni pendolare a Milano.Diversi gli aspetti sollevati nel corso dell'assemblea, a cominciare dal quadruplicamento Milano-Treviglio. «Vogliamo sapere quando e come finirà, quando ci saranno interventi di potenziamento sulla Treviglio-Brescia», hanno chiesto i pendolari, che vogliono sedersi attorno a un tavolo con Regione e Fs quando si tratterà di definire il nuovo orario ferroviario in vigore dal 2008.Tante le proteste e le richieste: più treni tra Milano e Brescia, carrozze confortevoli e pulite e locomotive nuove. Attenzione anche ai collegamenti non stop tra Milano e Brescia e aumento delle carrozze per certi treni interregionali oggi strapieni. E poi ancora richieste di informare i viaggiatori, e una verifica dello stato delle stazioni e dei loro servizi, come i parcheggi. Sulle tariffe: «Diciamo no agli aumenti ventilati dalla Regione perché non c'è nessun miglioramento del servizio. Con le Fs riusciamo a confrontarci, con la Regione meno: ci ha sempre detto no», hanno sottolineato i comitati. Già in calendario, a dicembre, un nuovo incontro a Romano tra i comitati, Locatelli e le istituzioni che vorranno confrontarsi.Carlo Cantù

22.10.06

PENDOLARI, ritorna la protesta


«La legge Lunardi ha tolto risorse ai trasporti pubblici». Cattaneo: «Incontratevi»


di Giancarlo Chiari
C’era solo l’onorevole Ezio Locatelli, pendolare storico della Lecco Bergamo Brescia, all’incontro dei comitati dei PENDOLARI (Associazione Brescia in orario, COMITATO PENDOLARI ROMANO - Chiari - Rovato, COMITATO Morengo Bariano) sui problema della direttrice 17, esposti per l’ennesima volta da Adele Ghilardi. Per i comitati è stata l’occasione per ribadire critiche e proposte. «Non possiamo accettare che le ferrovie ci dicano dobbiamo scegliere se farvi viaggiare meglio o farvi viaggiare» hanno ribadito i presenti, una trentina nonostante il maltempo che sconsigliava una passeggiata fino al palazzo dei muratori di ROMANO. A rispondere a critiche e proposte i PENDOLARI si aspettavano qualche esponente delle Regione o delle Ferrovie, ma nessuno, tra gli invitati si è fatto vedere e le uniche proposte sono state quindi quelle dell’onorevole Locatelli, che si è dichiarato disponibile a nuovi incontri per tenere sotto controllo la situazione e i suoi sviluppi in Lombardia. «Incontrerò tutti i comitati dei PENDOLARI delle diverse tratte ferroviarie lombarde - ha dichiarato - per portarne le richieste in commissione trasporti, augurandomi di diventare punto di riferimento credibile per tutti, nel quadro della situazione nazionale dei trasporti, che è stata lasciata dal centro destra in condizioni disastrose. Intendo redigere un nuovo documento sulla politica dei trasporti che preluda al rilancio di quello pubblico, in particolare di quello ferroviario, premessa per risolvere seriamente non solo i problemi del traffico ma quelli dell’inquinamento delle grandi città».Locatelli ha contestato le scelte del governo Berlusconi: «La legge obbiettivo di Lunardi ha comportato un fortissimo disinvestimento dal trasporto pubblico. Anas, Alitalia sono in condizioni finanziarie disastrose. Il taglio continuo di finanziamenti alle ferrovie dello stato ha provocato disastri soprattutto per il trasporto regionale e interregionale. Le grandi opere servono un’utenza minoritaria e non il trasporto pendolare di ogni giorno al servizio di milioni di persone che si spostano per studio e di lavoro. Le finanziarie che hanno tagliato i trasferimenti nelle ferrovie vedono la Lombardia regione con la massima criticità di trasporti: la soluzione non sono le autostrade ma l’adeguamento a livello europeo dei trasporti pubblici e purtroppo le condizioni di Anas Fs e Alitalia bastano a prosciugare le risorse di una normale finanziaria».Locatelli ha elogiato l’impegno dei comitati, necessario per imporre che si affrontino i problemi ed ha presentato le sue proposte avanzate con emendamenti alla finanziaria per l’immediato: la possibilità per i PENDOLARI di dedurre dal reddito il costo degli abbonamenti, «gli abbonamenti di studenti e lavoratori devono essere tolti dalla dichiarazione dei redditi perché sono un costo», la riduzione dei compensi degli alti dirigenti «che hanno i compensi più alti d’Europa, mentre i dipendenti hanno i più bassi», investimenti immediati per la sicurezza e una raccomandazione per uno stanziamento di 150 milioni di euro subito per affrontare alcuni dei problemi sollevati dai PENDOLARI. Polemizzando con la regione Locatelli ha contestato la forte diversità tariffaria con le regioni confinanti, il mancato incremento di corse per PENDOLARI e una regolare manutenzione prodotti dall’esternalizzazione dei servizi. «Se gli emendamenti dovessero decadere perché il governo porrà la fiducia per superare l’ostruzionismo del centro destra, questi emendamenti, finiranno in un maxiemendamento del governo. Sono stato pendolare per tantissimo tempo e lo sono tuttora: quindi condivido e comprendo i problemi de PENDOLARI». Dopo le proposte di Locatelli, che hanno incontrato il consenso dei comitati, l’incontro si è chiuso con l’accordo per un nuovo appuntamento tra qualche mese puntando alla presenza di esponenti delle regione e responsabili delle ferrovie.All’indomani dell’incontro tra i comitati dei PENDOLARI della Milano - Brescia, ieri è proseguito il lavoro della Cabina di regia del Servizio ferroviario Regionale, coordinato da Raffaele Cattaneo assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità che giovedì ha incontrato i vertici di Trenitalia e Ferrovie Nord: esaminando le relazioni su puntualità e soppressioni Cattaneo ha chiesto un resoconto giornaliero del trasporto ferroviario regionale e con i responsabili del settore ha analizzato lo stato di avanzamento delle opere in corso. Nell’incontro è emerso che le due società a causa del vandalismo, da chi imbratta l'esterno a chi distrugge sedili e interni, spendono ogni anno cifre rilevanti, Trenitalia circa 730 mila euro, il 40 per cento della spesa per la pulizia delle carrozze, mentre le Nord nel solo 2006 hanno dovuto spendere cifre rilevanti per cambiare 8.600 sedili e rimuovere 15.500 metri quadrati di graffiti. Cattaneo, ha concluso l’incontro invitando le Nord e Trenitalia a incontri con i comitati dei PENDOLARI per raccogliere osservazioni e proposte.
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Pendolari increduli: c'è il «Vivalto», viaggio di lusso



Sono stati tanti i pendolari che lunedì sera a Milano si sono stropicciati gli occhi, increduli, quando hanno visto il nuovo treno Vivalto (nella foto) al posto di quello abituale che parte dalla stazione centrale di Milano alle 18,15 diretto a Brescia, con le fermate bergamasche di Treviglio e Romano. In gergo tecnico, che i pendolari conoscono bene, è il treno 2619, fino a lunedì campione in negativo per le carrozze vecchie e malandate e sempre piene di viaggiatori, trattandosi di uno dei convogli più affollati nell'ora di punta.L'altra sera invece c'era il Vivalto, con sette carrozze a due piani con aria condizionata, impianto audio e video, più di 900 posti a sedere, illuminato e pulito e con arredi che lo fanno assomigliare più a un eurostar che a un treno per pendolari. Tra le chicche del Vivalto anche le mappe tattili, le pulsantiere per i non vedenti e il sistema di videosorveglianza. È stato il viaggio d'esordio di questo nuovo treno con i pendolari della Milano-Brescia. Alla fine dell'anno saranno 5 i Vivalto comprati da Trenitalia e impiegati in Lombardia.Sulla Milano-Brescia a regime, con l'arrivo del nuovo orario dal 10 dicembre, il treno 2619 dovrebbe essere sempre un Vivalto. Da oggi a dicembre, invece, il nuovo treno ci sarà ma non tutti i giorni: si alternerà al vecchio treno che i pendolari della Bassa ben conoscono. «I pendolari del R 2619 ringraziano tutti per l'ingresso del Vivalto», si legge nella mail dei comitati della linea Milano-Brescia, inviata a Trenitalia e alla Regione. «È il segnale di attenzione che Trenitalia ci aveva promesso rispetto ai problemi del nostro viaggiare quotidiano - commenta il comitato pendolari di Romano-Chiari-Rovato - le carrozze climatizzate fino a oggi sono andate su tantissime altre linee meno che sulla nostra, e ci siamo trovati con i treni più vecchi e sporchi».Per la cronaca, il viaggio del Vivalto si è concluso a Brescia con una decina di minuti di ritardo rispetto al previsto, ma molti pendolari probabilmente per questa volta non se ne sono accorti.Carlo Cantù

20.10.06

Pendolari increduli: c'è il «Vivalto», viaggio di lusso

Sono stati tanti i pendolari che lunedì sera a Milano si sono stropicciati gli occhi, increduli, quando hanno visto il nuovo treno Vivalto (nella foto) al posto di quello abituale che parte dalla stazione centrale di Milano alle 18,15 diretto a Brescia, con le fermate bergamasche di Treviglio e Romano. In gergo tecnico, che i pendolari conoscono bene, è il treno 2619, fino a lunedì campione in negativo per le carrozze vecchie e malandate e sempre piene di viaggiatori, trattandosi di uno dei convogli più affollati nell'ora di punta.L'altra sera invece c'era il Vivalto, con sette carrozze a due piani con aria condizionata, impianto audio e video, più di 900 posti a sedere, illuminato e pulito e con arredi che lo fanno assomigliare più a un eurostar che a un treno per pendolari. Tra le chicche del Vivalto anche le mappe tattili, le pulsantiere per i non vedenti e il sistema di videosorveglianza. È stato il viaggio d'esordio di questo nuovo treno con i pendolari della Milano-Brescia. Alla fine dell'anno saranno 5 i Vivalto comprati da Trenitalia e impiegati in Lombardia.Sulla Milano-Brescia a regime, con l'arrivo del nuovo orario dal 10 dicembre, il treno 2619 dovrebbe essere sempre un Vivalto. Da oggi a dicembre, invece, il nuovo treno ci sarà ma non tutti i giorni: si alternerà al vecchio treno che i pendolari della Bassa ben conoscono. «I pendolari del R 2619 ringraziano tutti per l'ingresso del Vivalto», si legge nella mail dei comitati della linea Milano-Brescia, inviata a Trenitalia e alla Regione. «È il segnale di attenzione che Trenitalia ci aveva promesso rispetto ai problemi del nostro viaggiare quotidiano - commenta il comitato pendolari di Romano-Chiari-Rovato - le carrozze climatizzate fino a oggi sono andate su tantissime altre linee meno che sulla nostra, e ci siamo trovati con i treni più vecchi e sporchi».Per la cronaca, il viaggio del Vivalto si è concluso a Brescia con una decina di minuti di ritardo rispetto al previsto, ma molti pendolari probabilmente per questa volta non se ne sono accorti.Carlo Cantù

17.10.06

Romano, un'impresa fare i biglietti .....

NEWS DALL'ECO DI BERGAMO

Romano, un'impresa fare i biglietti
I lavori di quadruplicamento tra Milano e Treviglio, lo stato del servizio e le proposte per il nuovo orario ferroviario saranno al centro dell'assemblea che i pendolari della linea Milano-Venezia (sia i bergamaschi della Bassa che quelli della provincia di Brescia) hanno organizzato per giovedì a Romano. L'appuntamento si terrà nel palazzo dei Muratori alle 21 e vedrà la partecipazione dell'onorevole Ezio Locatelli, membro della commissione Trasporti di Montecitorio. Sono stati invitati anche i dipendenti delle Fs.
Intanto, questa settimana non è iniziata affatto bene per i pendolari del treno interregionale 33604 che parte da Venezia e arriva a Milano, con le fermate bergamasche di Romano e di Treviglio. «Il treno è partito con 20 minuti di ritardo da Brescia ed è arrivato con 35 minuti a Milano - sottolineano dal Comitato pendolari di Romano-Chiari-Rovato - è un treno superaffollato e l'ultimo della fascia oraria calda dei pendolari. Chiediamo che venga fatto partire da Verona e non da Venezia se questo può servire a migliorarne la puntualità».
Il comitato mette l'accento anche sulla disagevole situazione della stazione di Romano: «La biglietteria automatica è fuori combattimento da venerdì scorso per colpa dei vandali, la domenica la biglietteria e il bar di stazione sono chiusi e dove si fanno allora i biglietti?», domanda il Comitato pendolari di Romano-Chiari-Rovato con la richiesta che la biglietteria di Romano resti aperta per più ore rispetto a oggi, almeno di sabato e nei giorni di fine mese quando si devono rinnovare gli abbonamenti dei treni. Tenuto anche conto che certi abbonamenti come TrenoMilano, che integra il biglietto Fs con quello Atm, si vende solo nella biglietteria della stazione, aperta solo dalle 6 alle 12 dal lunedì al venerdì lavorativi», chiude la sua protesta il comitato.
Carlo Cantù

Uniti contro i disservizi»...

NEWS DALL'ECO DI BERGAMO

Dai comitati della tratta bresciana scatta una nuova protesta: «Uniti contro i disservizi»
Mentre in Regione si pensa a nuove strategie per risollevare le sorti del sistema ferroviario lombardo, ragionando su una duplice strategia che combina servizi pubblici con quelli privati, i pendolari bergamaschi si confrontano giorno per giorno con disservizi, disagi e il bisogno di trovare nuovi partner di discussione per i soliti problemi: ritardi, malfunzionamenti e l'annoso salto del montone, l'ambito svincolo che dovrebbe raccordare i due binari della Bergamo-Treviglio con i due nuovi della futura Alta velocità Milano-Venezia, scavalcando gli esistenti.L'INTERVENTO DI RAIMONDI Il presidente della commissione Trasporti del Pirellone, il bergamasco Marcello Raimondi (Forza Italia), ha scritto una lettera all'assessore regionale Raffaele Cattaneo e contattato il Comitato pendolari bergamaschi rinnovando il suo impegno a sensibilizzare il presidente della Provincia Valerio Bettoni e altri uomini politici della Bergamasca per smuovere le acque sulla questione dello scavalco. Intanto Ezio Locatelli, membro della commissione Trasporti della Camera, giovedì alle 21 sarà a Romano (al palazzo dei Muratori) per incontrare i pendolari della direttrice 17 (Milano-Brescia) e i lavoratori delle Fs della stazione di Romano.BERGAMO-ROVATO, IDEA RADDOPPIO «La linea Bergamo-Brescia, come già la linea Bergamo-Treviglio, ha usufruito del doppio binario fino all'inizio del secolo scorso e tuttora conserva le strutture adatte per ospitare un secondo binario su gran parte della Bergamo-Rovato – scrivono i pendolari della tratta –. La cosa interessante è che per alcuni chilometri del tracciato il secondo binario è ancora presente e la proposta che avanziamo è quella di "rivalutare" questi tratti di binario integrandoli, una volta rinnovati e adeguati con i necessari interventi tecnologici, in un progetto globale per la creazione di una linea che colleghi rapidamente l'ovest bresciano a Brescia e a Bergamo».RISOLTO IL PROBLEMA PAGAMENTI Anche se con un mese di ritardo, è stato risolto il problema legato ai pagamenti elettronici degli abbonamenti mensili per i biglietti stabiliti da fascia chilometrica, come quelli su Milano. Ora, come succedeva fino allo scorso agosto, è nuovamente possibile pagare gli abbonamenti anche con carta di credito e bancomat. PROTESTA DALLA TRATTA BRESCIANA A muoversi sono i comitati della direttrice 17 (Associazione In Orario sezione di Brescia, Il Comitato Pendolari Romano-Chiari-Rovato, Il Comitato Pendolari Morengo-Bariano) che hanno preparato una bozza di comunicato inviata alle associazioni e ai comitati pendolari della Lombardia. «Cari amici pendolari – vi si legge –, crediamo fermamente sia arrivato il momento di unirci per far arrivare in Regione Lombardia e al ministro dei Trasporti a Roma la nostra feroce protesta contro il nuovo tentativo di procedere ad una nuova stagione di pesanti stangate e aumenti tariffari per tutti i pendolari lombardi. È ora arrivato il momento di farci vedere uniti e parlare con una voce sola. Paghiamo i biglietti e abbonamenti più cari d'Italia – continua il comunicato –, mentre dal punto di vista del servizio offerto nulla di quanto era stato promesso è stato mantenuto: pulizia, manutenzione, sicurezza, puntualità, nuovi locomotori, nuovi treni, nuove infrastrutture. Facciamo quindi appello a tutti i comitati pendolari lombardi perché il prossimo inverno diventi una stagione molto calda, sul fronte della protesta, attraverso tutti gli strumenti che riterremo più utili, a partire dallo sciopero del biglietto, alle denunce sullo stato di degrado del servizio offerto, all'occupazione dei binari e delle stazioni». Se il documento si conclude chiedendo «a tutte le associazioni di sottoscriverlo» e «contestualmente a sospendere qualsiasi rapporto con l'attuale direzione regionale ai trasporti», il Comitato pendolari bergamaschi ha deciso di non aderire al progetto: «Crediamo sia sbagliato sospendere i rapporti – spiegano dal Comitato –, così come siamo contrari all'occupazione dei binari e delle stazioni come forma di protesta: la consideriamo una lotta autolesionista che danneggia i pendolari e i viaggiatori».Fabiana TinagliaDai comitati della tratta bresciana scatta una nuova protesta: «Uniti contro i disservizi»Mentre in Regione si pensa a nuove strategie per risollevare le sorti del sistema ferroviario lombardo, ragionando su una duplice strategia che combina servizi pubblici con quelli privati, i pendolari bergamaschi si confrontano giorno per giorno con disservizi, disagi e il bisogno di trovare nuovi partner di discussione per i soliti problemi: ritardi, malfunzionamenti e l'annoso salto del montone, l'ambito svincolo che dovrebbe raccordare i due binari della Bergamo-Treviglio con i due nuovi della futura Alta velocità Milano-Venezia, scavalcando gli esistenti.L'INTERVENTO DI RAIMONDI Il presidente della commissione Trasporti del Pirellone, il bergamasco Marcello Raimondi (Forza Italia), ha scritto una lettera all'assessore regionale Raffaele Cattaneo e contattato il Comitato pendolari bergamaschi rinnovando il suo impegno a sensibilizzare il presidente della Provincia Valerio Bettoni e altri uomini politici della Bergamasca per smuovere le acque sulla questione dello scavalco. Intanto Ezio Locatelli, membro della commissione Trasporti della Camera, giovedì alle 21 sarà a Romano (al palazzo dei Muratori) per incontrare i pendolari della direttrice 17 (Milano-Brescia) e i lavoratori delle Fs della stazione di Romano.BERGAMO-ROVATO, IDEA RADDOPPIO «La linea Bergamo-Brescia, come già la linea Bergamo-Treviglio, ha usufruito del doppio binario fino all'inizio del secolo scorso e tuttora conserva le strutture adatte per ospitare un secondo binario su gran parte della Bergamo-Rovato – scrivono i pendolari della tratta –. La cosa interessante è che per alcuni chilometri del tracciato il secondo binario è ancora presente e la proposta che avanziamo è quella di "rivalutare" questi tratti di binario integrandoli, una volta rinnovati e adeguati con i necessari interventi tecnologici, in un progetto globale per la creazione di una linea che colleghi rapidamente l'ovest bresciano a Brescia e a Bergamo».RISOLTO IL PROBLEMA PAGAMENTI Anche se con un mese di ritardo, è stato risolto il problema legato ai pagamenti elettronici degli abbonamenti mensili per i biglietti stabiliti da fascia chilometrica, come quelli su Milano. Ora, come succedeva fino allo scorso agosto, è nuovamente possibile pagare gli abbonamenti anche con carta di credito e bancomat. PROTESTA DALLA TRATTA BRESCIANA A muoversi sono i comitati della direttrice 17 (Associazione In Orario sezione di Brescia, Il Comitato Pendolari Romano-Chiari-Rovato, Il Comitato Pendolari Morengo-Bariano) che hanno preparato una bozza di comunicato inviata alle associazioni e ai comitati pendolari della Lombardia. «Cari amici pendolari – vi si legge –, crediamo fermamente sia arrivato il momento di unirci per far arrivare in Regione Lombardia e al ministro dei Trasporti a Roma la nostra feroce protesta contro il nuovo tentativo di procedere ad una nuova stagione di pesanti stangate e aumenti tariffari per tutti i pendolari lombardi. È ora arrivato il momento di farci vedere uniti e parlare con una voce sola. Paghiamo i biglietti e abbonamenti più cari d'Italia – continua il comunicato –, mentre dal punto di vista del servizio offerto nulla di quanto era stato promesso è stato mantenuto: pulizia, manutenzione, sicurezza, puntualità, nuovi locomotori, nuovi treni, nuove infrastrutture. Facciamo quindi appello a tutti i comitati pendolari lombardi perché il prossimo inverno diventi una stagione molto calda, sul fronte della protesta, attraverso tutti gli strumenti che riterremo più utili, a partire dallo sciopero del biglietto, alle denunce sullo stato di degrado del servizio offerto, all'occupazione dei binari e delle stazioni». Se il documento si conclude chiedendo «a tutte le associazioni di sottoscriverlo» e «contestualmente a sospendere qualsiasi rapporto con l'attuale direzione regionale ai trasporti», il Comitato pendolari bergamaschi ha deciso di non aderire al progetto: «Crediamo sia sbagliato sospendere i rapporti – spiegano dal Comitato –, così come siamo contrari all'occupazione dei binari e delle stazioni come forma di protesta: la consideriamo una lotta autolesionista che danneggia i pendolari e i viaggiatori».Fabiana Tinaglia

15.10.06

Comunicato ai Pendolari tratta Milano-Brescia

Comunicato ai Pendolari tratta Milano-Brescia
Giovedì 19 Ottobre alle ore 21, a Romano di Lombardia presso il Palazzo dei Muratori (sul lato sinistro della Parrocchia) si svolgerà un incontro dei pendolari della direttrice 17 (Milano-Brescia) e dei lavoratori delle stazioni sulla linea.
Sarà presente il deputato Ezio Locatelli, in qualità di membro della Commissione Trasporti della Camera.

Temi dell’incontro:
· Lavori di quadruplicamento;
· Convenzioni e contratti di servizio;
· Situazione attuale: materiale rotabile, numero di corse, comunicazione, tariffe, agevolazioni per estensione della validità dell’IC PASS e calcolo Bonus;

E’ importante una partecipazione numerosa al fine di dimostrare il nostro serio interessamento al miglioramento della situazione, perciò siete tutti invitati a partecipare in prima persona e ad estendere l’invito ai vostri conoscenti pendolari e non.

Comitato Pendolari Romano-Chiari-Rovato
Associazione Brescia In Orario
Comitato Pendolari Morengo-Bariano

10.10.06

«Tariffe più care? Siamo infuriati»

-IL COMITATO DEI PENDOLARI «IN ORARIO»
«Tariffe più care? Siamo infuriati»
«Inaccettabile chiedere agli utenti i soldi per l’acquisto di nuovi treni»


C’è anche Luigi Barbieri, sull’interregionale 2088 del lunedì mattina. E per una volta l’uomo dell’associazione dei pendolari bresciani «In orario» non pensa ai servizi igienici sporchi, ai vetri rotti e a tutte le altre magagne che mette in mostra il treno quotidiano. Nella testa gli gira la proposta «indecente» del nuovo assessore regionale alle Infrastrutture e mobilità Raffaele Cattaneo. «In commissione - ricorda Barbieri - ha proposto di aumentare le tariffe per raccogliere i 50 milioni di euro necessari all’acquisto di nuovi treni: siamo infuriati». Infuriati perché, spiega, «abbiamo già le tariffe più alte d’Italia da sei anni». Tant’è che qualcuno aveva preso l’abitudine di far l’abbonamento a Peschiera, in Veneto, per pagare meno grazie alle tariffe interregionali. Ma a indispettirlo di più sono le «promesse di investimenti fatte a più riprese senza che si sia mai visto niente di concreto». Anche stavolta si tratterebbe di pagare, e «aspettare almeno fino al 2010, sempre che i soldi non vengano poi utilizzati per altri fini». E intanto, «salvo qualche eccezione possiamo solo dire che il servizio è peggiorato».I rappresentanti dei pendolari bresciani sono tanto «infuriati» che hanno persino disertato l’incontro con Cattaneo, il 20 settembre scorso. «Non siamo andati - spiega Barbieri - perché ci aspettavamo risposte alle promesse precedenti relative alla nostra tratta, e non sono arrivate». Si aspettava che arrivassero le 6 motrici 464 «che avrebbero impedito i guasti e le fermate lungo i binari», e i due treni nuovi in sostituzione dei convogli locali. Tutto questo non è accaduto, e «noi vogliamo che prima si mantengano le promesse - avverte Barbieri -, poi e soltanto poi saremo disposti a discutere del futuro del trasporto pubblico in Lombardia». E per dirla tutta, secondo i pendolari dell’associazione In Orario «anche la Loggia e il Broletto dovrebbero muoversi di più per l’inizio del quadruplicamento fra Treviglio e Brescia». mi.va.

APPUNTI DI VIAGGIO

APPUNTI DI VIAGGIO

«Assalto» al posto libero
(non proprio in carrozza)

«Einmal ist keinmal». Quello che è accaduto una volta sola è come se non fosse mai accaduto, dice un proverbio tedesco. Nella fattispecie, chi è salito una volta sul treno dei pendolari per Milano è come se non lo avesse mai fatto. Bisogna passarci gli anni ad alzarsi alle 6 di mattina, a sgomitare per agguantare un posto, a soffrire il freddo o il caldo per le bizze dei sistemi di climatizzazione, a trovarsi fermi sui binari senza sapere quando si riparte. E allora si capisce come il lavoro possa essere una conquista quotidiana.
«Einmal ist keinmal», e il cronista su quell’interregionale 2088 c’è salito una volta sola, ieri mattina. Sa che non lo farà più, non domani almeno, e forse neanche tra un mese. Ha visto distinti liberi professionisti e giovani universitari, dipendenti che devono timbrare il cartellino e attempati signori che sui treni hanno passato una vita, uomini e donne. Li ha osservati come in un’istantanea che li fissa immobili nella memoria una volta per tutte. Sa che la scena si ripeterà stamattina e domani, e per gli altri giorni a venire, tutte le settimane, con il freddo dell’inverno e il caldo dell’estate. Si sforza di cogliere il senso di una ripetitività sgradevole. Non è facile. A vederla così, per una volta sola, la scena dell’assalto al treno può suscitare pensieri leggeri, anche di irriverente divertimento. Ma intuisce che a dargli il vero significato è l’implacabile ripetitività.
Il treno 2088 è in perfetto orario, nel casuale lunedì mattina di ottobre. L’aria delle 7.30 è fresca, ma non fredda. In un tempo che fa sentire ancora echi d’estate, pure il popolo dei pendolari arriva puntuale all’appuntamento sul binario 2 della stazione di Brescia. Il convoglio stride, si ferma. La gente è tanta, ma la sosta non ha bisogno di allungarsi più di tanto. Si sale in fretta non per chissà quale strana sollecitudine, solo per garantirsi un posto a sedere che fa arrivare meno stanchi al lavoro.
Bisogna doppiare Ospitaletto, avvicinarsi a Rovato perché si attenui il viavai di chi dura a rassegnarsi e peregrina chiedendo di un posto libero. Ma i sedili non si moltiplicano, e bisogna cercare la sistemazione meno faticosa, appoggiati da qualche parte, attaccati a una maniglia con il giornale che neanche si ha voglia di sfogliare.
La ressa copre le magagne. I sedili tutti occupati sembrano quasi puliti, ma i viaggiatori cercano almeno di non appoggiare la testa. Si vede, però che il treno è stato pulito, sommariamente. Sarà per il lunedì? Sarà che le carrozze sono state utilizzate il giorno prima per il trasporto delle tifoserie del calcio? A volte capita, e chi il treno lo prende tutti i giorni lo sa bene, e lo ripete.
La temperatura, dentro, è quasi piacevole come lo era fuori, sul binario due. Forse il climatizzatore è spento, e si va bene. Il treno corre verso la metropoli senza intoppi. Da qualche tempo è così, e non c’è molta apprensione. Si spera solo che duri. Chi può sonnecchia. Pochi parlano, a bassa voce. Neanche i cellulari squillano, a quest’ora del mattino.
Passa Treviglio, da lì in poi ci s’infila in un collo di bottiglia che può riservare brutte sorprese. Convergono in quel punto altre linee ferroviarie, i convogli si moltiplicano, i binari si affollano e un piccolo guasto può bloccare tutto. Ma il 2088 continua con la sua andatura spedita. Allo scompartimento si affaccia un conduttore. Non chiede i biglietti, ma se qualcuno prosegue per Voghera, il capolinea. Arrivano silenziosi cenni di diniego. Cosa vorrà dire? Chi su quel treno sale abitualmente lo sa. Capisce subito che non continuerà la sua corsa e si fermerà a Milano Centrale. Non c’è più neanche bisogno di spiegare la cosa. Se qualcuno dovesse proseguire scenderà e cambierà treno. E puntualmente, una volta arrivati sotto le grandi volte metalliche della stazione, gli altoparlanti annunciano che il 2088 si ferma lì. Capita spesso, ma i pendolari vanno nella capitale lombarda e fanno spallucce.
L’unica fermata intermedia è a Lambrate, e si arriva in orario. Per molti è la fine del viaggio. Il treno quasi si svuota, e le magagne vengono alla luce. Le macchie sulla tappezzeria dei sedili, la polvere sotto le poltroncine… i pendolari sanno quello che dicono, quando parlano di pulizia.
A continuare verso la stazione centrale sono per lo più studenti universitari. Parlano di lezioni e di professori, di libri e dispense. Hanno altro per la testa, loro, sono giovani e con energie da vendere. Il treno è occasione di stare insieme prima di disperdersi tra le facoltà, e chi affolla le carrozze un anno dopo l’altro fino alla pensione fa parte di un altro pianeta.
Alla fine il viaggio ha termine. Sono le 8.33 esatte, quando le porte si aprono per l’ultima volta e il convoglio si svuota. Tre minuti di ritardo significano una puntualità quasi assoluta. Il lunedì che ha aperto questa settimana è andato bene, tutto sommato. Ora il pensiero dei più è al ritorno, e ai giorni che verranno. Per i pendolari non c’è una volta sola. mi.va.

VITA DA PENDOLARE.

VITA DA PENDOLARE.
Sveglia all’alba, sgomitate per salire, convogli insufficienti: abbiamo provato il viaggio «in diretta»
Brescia-Milano, incubo quotidiano

Il treno delle 7.28 è puntuale, ma super-affollato e sporco. L’intercity «esaurito»
di Mimmo Varone
Si sono alzati alle 6.30, qualcuno anche prima. Come tutte le mattine sono pronti all’assalto dell’interregionale 2088 delle 7.28. Quello e non altri, perché dicono che sia l’unico a viaggiare in orario.Il marciapiede del binario 2 della stazione di Brescia è stracolmo. E’ lunedì mattina, ed è giorno di ressa grande, più che nel resto della settimana. Gli occhi assonnati si fanno vigili e attenti, quando si annuncia l’arrivo del treno da Verona. E’ in orario, come capita da un mese a questa parte.Scatta subito la corsa al posto. Il popolo dei pendolari ondeggia, tutti cercano di trovarsi davanti a una porta, quando il convoglio si fermerà. Sanno che l’unica speranza di viaggiare seduti è salire a bordo per primi. Non c’è galanteria. Chi prima arriva si sistema, le signore e gli anziani si arrangino. E’ la lotta per la sopravvivenza. I tempi moderni dovrebbero affrancare l’uomo dalle necessità quasi primarie, come il viaggiare seduti dopo una levataccia e con la prospettiva di una giornata di lavoro. Invece sembra spingere indietro ai primordi.Si gioca di furbizia. Non è bella la vita , se per andare al lavoro si fatica quanto o più che al lavoro. A condividere le peripezie del viaggio verso Milano, per una volta c’è anche il cronista. Ma farlo tutte le sante mattine è altra cosa. Quelli di Trenitalia «si sono fatti furbi - è il leit motiv che ci accompagna verso Milano -: fanno viaggiare in orario il treno che prendono i più». E anche loro, i pendolari, rispondono con la furbizia di cui sono capaci. Mobilitano i colleghi di Desenzano, che mettono la borsa sul sedile quel tanto che basta per tenerlo occupato fino alla ressa di Brescia. Qualcuno si è persino munito di seggiolino pieghevole.Per non farsi il cattivo sangue cercano di prenderla con filosofia. Finchè si può. Alzarsi prima non è sufficiente, ma è necessario. Alle 7.37 c’è un altro convoglio che va verso la capitale meneghina, però fa quattro fermate e questo una sola. L’altro quando arriva a Treviglio pare che debba dar la precedenza a tutti e arrivare in orario diventa una scommessa. Ieri mattina, poi, prendere l’intercity delle 8.05 (a prenotazione obbligatoria) era proprio impossibile. Da domenica sera era già tutto pieno.Dunque, si sale sul 2088, stipati come sardine. Renato Gozio è un libero professionista di mezz’età. Appena sale saluta gli amici che gli hanno tenuto il posto e si siede. «Ci siamo messi d’accordo - rivela -: il primo che sale occupa anche per gli altri».Gozio è il primo a dire che quel treno inizia a viaggiare in orario. «Qualche volta è pure abbastanza pulito - aggiunge - ma dipende dai giorni, a volte fa proprio schifo». Magari quelli che scendono a Brescia «hanno appena fatto colazione - osserva - e lasciano i rifiuti dappertutto». Il peggio, tuttavia, arriverà con l’inverno «quando il climatizzatore è sempre a manetta, o sul caldo che sudi o sul freddo che geli - dice Gozio -: su questo treno sembra che non esistano mezze misure». E in ogni caso, non ci sono alternative: «L’intercity delle 8.05 è sempre pieno, e non arriva mai in orario».Da tre anni è così, per lui. E il ritorno non è più facile, con il treno delle 18.05 che «potrebbe impiegare 45 minuti e invece ci mette sempre più di un’ ora». Perdere un quarto d’ora, ad ogni modo, è ancora un lusso, perchè a volte ci sono guasti alla linea, verso Treviglio, e allora i ritardi arrivano anche a un’ora e mezza. «E’ accaduto di frequente, nei mesi scorsi - ricorda il pendolare -: in tal caso noi liberi professionisti perdiamo la mattinata, mente chi timbra il cartellino deve addirittura prendere un giorno di ferie».Sono parole che si ripetono, tra una carrozza e l’altra, tra i viaggiatori in piedi, stipati nei corridoi. Anche Giovanni Massoli si è guadagnato un posto a sedere, ma «ogni mattina è una lotta», rivela. Spesso deve essere a Milano sul presto, ha provato a prendere il treno delle 6.23, ma «ci mette un’ora e 20 minuti - dice - e allora mi alzo un’ora dopo e prendo questo che mi fa guadagnare mezz’ora». E’ un conto che fanno in tanti, però, e richiede di ingaggiare la lotta per il posto. «Dopo un po’ ci fai il callo e ci ridi sopra - riflette lui -, tanto l’interlocutore Trenitalia non è ricettivo, è inutile protestare». E però riesce a riderci di meno alla sera, «quando i ritardi sono più frequenti e ti fanno arrabbiare, dopo una giornata di lavoro».Il giovane Alberto Solazzi è alla prima mattina di lavoro all’università, ma non è nuovo dei treni. Anche l’anno scorso ha fatto un anno su e giù verso Milano, e non ricomincia bene. «Ho trovato un posto a fatica, quasi a gomitate - dice -, e penso all’inverno, quando a volte fa più freddo dentro che fuori».Chi non è riuscito a sedersi è Antonio Balistreri:se ne sta in piedi nel corridoio di seconda classe con il giornale tra le mani, nonostante abbia l’abbonamento in prima. «Lì è ancora più affollato, non capisco perché non mettano un treno apposta per noi da Brescia, visto che il 70 per cento dei viaggiatori sale proprio qui - protesta -: da due anni lo promettono ma non lo fanno mai». E allora si adatta alla ressa del 2088, che «su tutta la linea resta il più affidabile perché nasce a Verona, mentre intercity ed eurostar arrivano da più lontano e sono sempre in ritardo». E siccome la puntualità è prioritaria, si chiude un occhio sulla sporcizia. Basta non sedersi. «Dovrebbe vedere cosa c’è sui sedili - suggerisce Balistreri - e se appoggi una borsa da qualche parte la ritrovi bianca di polvere». Lui lo conosce bene, quel treno, e sa pure che «più avanti ci sono carrozze con i vetri rotti, anche in prima classe e da tempo, non si decidono mai a cambiarli». Ma almeno ha iniziato a essere puntuale, e ci si adatta.Anche Andrea Ceretti è in piedi, ed è alla prima volta sul 2088. «Di solito prendo quello delle 6.58 - spiega -: è più libero ma ci mette un’ora e mezza e arriva insieme a questo». E’ giovane, fa il primo anno di università, e dovrà scegliere tra la ressa e una mezz’ora di sonno in più, «senza badare molto alla pulizia, che è un po’ più accettabile solo sugli intercity». Sono grosso modo le stesse parole di Luca Tognoli, anche lui studente, ma con la fortuna di vivere a Desenzano, che gli fa trovare posti liberi a iosa quando sale sul treno. Tuttavia, a vedere tutta quella gente in piedi, «un paio di carrozze in più potrebbero anche metterle», sottolinea.Così va al lavoro, o a studiare, il popolo dei pendolari. Quando va bene, appollaiato su uno strapuntino come Barbara Gallina, quasi felice al pensiero che «da un mese a questa parte ‘sto treno non fa più ritardo». Non vuole dirlo forte, pensando ai periodi in cui è stata per ore ferma sui binari. «Ci vorrebbe una via di mezzo», riflette. E lascia intendere di essere disposta a rinunciare alla puntualità pur di non incappare in ritardi di ore. Ma non si può avere tutto.

VITA DA PENDOLARE

martedì 10 ottobre 2006 cronaca pag. 15
VITA DA PENDOLARE. Un Comitato di utenti registra e segnala ogni problema o disservizio sulla linea Brescia-Bergamo-Milano
«Mille scuse, mai una soluzione»
L’ironia unica difesa: «Si va con la Perla Nera e si torna col Cenerentolo della sera»

di Nino Dolfo
L'immagine del pensionato che va alla stazione e sogna vedendo passare i treni appartiene all'album romantico dei ricordi trash di Nonna Speranza. Oggi le stazioni ferroviarie sono quei non-luoghi in cui, sotto le pensiline, si aggira una folla ingrugnita dalle attese e sgomenta di fronte a un peggio sempre possibile. Il pendolare, poi, è quella specie umana sofferente, che invece di essere vaccinata contro le disavventure e le odissee del suo destino, continua ad accumulare frustrazione e rabbia di fronte ai ritardi e alla sporcizia delle vetture.Il pendolare è incattivito e ha ragione da vendere, perché lavora e non si può concedere il lusso di giocare a calcinculo con il tempo: deve essere puntuale, magari deve timbrare il cartellino, senza contare che ha il sacrosanto diritto di ricevere un servizio che ha pagato anche profumatamente, perché la favola bella della convenienza, dei treni a buon mercato, è stata ridimensionata. La stessa letteratura che ammantava la strada ferrata con quei nomi poetici ed evocativi (dalla Freccia delle Dolomiti a il Trans Europe Express...) ha subìto un collasso provocato dall'impatto con la prosa della realtà. Alcuni treni sul percorso Brecia-Milano e viceversa sono stati ribattezzati dagli utenti con appellativi che sono tutto un programma: c'è la «Perla Nera» del mattino, ricettacolo di ogni sudiciume, c'è il «Cenerentolo della sera», anche quello allergico all'igiene e più lento di un tram.Un quadro apocalittico ed eccessivo? Mica tanto, «bisogna provare», come dice lo slogan di uno spot.Le cronache sui giornali, anche recentemente, hanno riportato fatti incresciosi: zecche e pulci saltellanti sui sedili, formiche, viaggiatori punzecchiati da parassiti, cartocci e lattine abbandonate, carrozze che si presentano con un disordine post-partum di una volta, quando si nasceva in casa e non all'ospedale, toilette indecenti come fosse biologiche en plein air, passeggeri esasperati che occupano i binari per protesta. Non stiamo parlando dell'ultimo tratto sulla Milano-Canicattì, dove, al termine di una traversata da endurance o da wild sud, i rifiuti fermentati delle cibarie si impastano con i sudori vissuti della notte formando afrori da tane animali. Ci riferiamo alla rotta Milano-Venezia, una delle più battute e frequentate dai pendolari e non solo. La fatidica «direttrice 17».Che fare di fronte ad una rete ferroviaria nazionale che detiene la maglia nera dei trasporti? Gli utenti hanno deciso di passare al contrattacco, di riunirsi in comitati.L'Italia pullula di comitati, il che è nello spirito della democrazia, ma non è necessariamente un buon segno, come ha rilevato Beppe Grillo, perchè vuol dire che politica ed istituzioni sono insufficienti.Paolo Rivi, 42 anni, perito grafico in una casa editrice meneghina, prende il treno ogni mattina da Brescia: il 2088, l'interregionale che parte da Verona e ferma a Voghera.Nella nostra città il treno dovrebbe transitare alle ore 7.28 e qui il condizionale va usato di rigore, perché il nostro è il Paese dei Periodi Ipotetici.Paolo Rivi (insieme a Luigi Barbieri, Silvia Gozzi e Paolo Ferrari) è uno dei membri attivi dell'Associazione Pendolari in Orario sezione di Brescia. «Il nostro gruppo si è costituito nel 1998 - rivela -. Raccogliamo le lamentele delll'utenza, ma anche i desiderata, le richieste e le necessità. Non siamo ammanicati con la politica, pretendiamo solo servizi che funzionino. Sei anni fa avevamo concesso una forte apertura di credito al presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, il quale, a fronte degli aumenti tariffari, promise sensibili miglioramenti. In realtà, poco è stato fatto per quanto riguarda il potenziamento del servizio e il rinnovo del materiale rotabile. Ora ci vengono a dire che per il futuro dobbiamo aspettarci ancora lacrime e sangue. Nel frattempo vediamo sì treni nuovi che ci passano davanti, ma sono quelli che vengono dal Veneto.«Quanto alla pulizia - sottolinea Rivi - è certamente una nota dolente. D'altronde quando si fanno le gare di appalto con le ditte di pulizie e si ingaggiano quelle che hanno i prezzi più bassi, c'è poco da pretendere. Personalmente non sono schizzinoso, cerco di adattarmi al sacchetto di patatine per terra o alle cartacce, ma non sopporto che d'inverno molte vetture non siano riscaldate e che d'estate si viaggi con un caldo bollente. Spesso gli impianti di climatizzazione sono fuori uso. Ho visto anziani collassati, le nostre ferrovie sono da terzo mondo. Siamo stanchi di promesse come sempre faraoniche e a lungo termine, chiediamo solo cose concrete e vicine».Adele Ghilardi, anima e cuore del Comitato pendolari Romano-Rovato-Chiari, è una giovane programmatrice di computer, che risiede a Romano e lavora da dieci anni a Milano. Ogni giorno, lascia a casa l'auto, evitando così le code automobilistiche, e prende il treno, sottoponendosi allo stress del pendolarismo lungo le strade ferrate italiane, il che comporta disagi, imprevisti, disservizi, stazioni fatiscenti e pericolose, viaggi che durano troppo in proporzione al chilometraggio percorso.Di fronte a ripetuti calvari giornalieri, è nata l'idea di costituire in comitato, che è una specie di osservatorio, ma anche di nucleo di consumatori-resistenti che vogliono acquisire visibilità e potere contrattuale.«Ogni giorno - dice Adele Ghilardi con piglio da pasionaria - registro ritardi, materiali inadeguati, convogli che vengono con carrozze in meno, manutenzione scadente (finestrini rotti, porte che non si aprono), soppressioni di treni e informo Regione, Trenitalia e organi di informazione. So che un treno dovrebbe arrivare con tante carrozze? Bene, io le conto, chiedo ragguagli al controllore e scrivo messaggi, mail, chiedendo perché. Tutto documentato, anche la matricola delle carrozze, nel caso non siano in ordine». Un lavoro paziente, da certosina, quello di Adele, che nella stanza dei bottoni deve essere considerata una specie di tarlo roditore fastidioso che procede, lei sì, come un treno.I rappresentati dei comitati partecipano alle riunioni con l'assessore alla moblità della Regione, Raffaele Cattaneo, e con i dirigenti di Trenitalia. I risultati? Spesso sono interlocutori. «Ma noi non demordiamo - assicura Adele -. C'è un ufficio di servizio con il cliente che risponde alle nostre segnalazioni, magari dopo qualche giorno. Per giustificare un ritardo, ci dicono che la motrice era guasta, che c'è stato un incidente. Spiegazioni, mai la risoluzione del problema. Se si rompe la motrice, vuol dire che la motrice è vecchia, non le pare? Ci avevano promesso motrici nuove: chissà se ci sono o sono state invece dislocate altrove».Il vero problema è che la direttrice è obsoleta e ha una portata insoddisfacente. «Da Brescia - continua Adele - si richiede un treno in più alle 7 del mattino, che possa arrivare a Milano prima delle 8. Non lo mettono, perché non sta nella linea. La linea è fatta di due binari e da Treviglio in poi confluiscono i treni da Bergamo e Cremona. Dal prossimo anno dovrebbero concludere i lavori sulla direttrice per avere il benedetto ampliamento della Milano - Treviglio. Trenitalia si è data questo termine, però la Regione si è concessa un altro anno di tempo per ridefinire gli orari. Ancora dunque un anno di attesa sulla nostra pelle. Nel frattempo ci sfogheremo con i Berretti Gialli».I Berretti Gialli dovrebbero essere i tutor, gli asssistenti dei passeggeri, incaricati di «compiere ogni sforzo possibile per risolvere anticipatamente i disagi del sistema» e di «prestare continua attenzione alle esigenze dei viaggiatori». Dovrebbero verificare l' efficienza degli impianti - porte, climatizzazione, illuminazione e pulizia delle toilette - e il funzionamento, nelle stazioni, di biglietterie, self service, monitor. E ancora ascoltare i clienti, raccogliere osservazioni, reclami, fornire notizie e mantenere i contatti con il personale di scorta al treno, nelle stazioni, nelle sale operative, negli impianti di manutenzione, di luce e di riscaldamento. In realtà rischiano di diventare parafulmini. Negli slogan dell'azienda, l'assistente viene definito così: «Nè buon samaritano nè burocrate, ma assistente della clientela e rappresentante di Trenitalia». Forse era meglio dire parafulmine.Il peggio del peggio? «Una volta - racconta Adele Ghilardi - ho trovato nello scompartimento un calzino sporco e bucato sul sedile. Molto probabilmente apparteneva a un barbone che l'ha dimenticato nella fretta di rivestirsi. Forse è una leggenda metropolitana, ma si dice che quando le vetture vanno in deposito, vengano usate come giaciglio per la notte».Sembra di essere tornati all'epica degli hobos americani della Grande Depressione. Prospettive? «Nessuno rimpiange il Duce, quando i treni arrivavano in orario - precisa Paolo Rivi -, ma stiamo cercando di coordinare tutti i comitati delle direttrici lombarde, in modo da rendere più pressante e compatta la nostra protesta». Le leggi ci sono, manca solo qualcuno che le faccia rispettare.Se un'azienda vende un servizio e promette cose che non è in grado di fornire, non è forse una truffa? Se i treni non rispettano le norme di igiene e la sicurezza, non vanno forse fermati e denunciati i responsabili? Lo scorso anno, Trenitalia, dopo lo scandalo cimici e zecche, aveva lanciato l'operazione restyling su 1.700 carrozze con un impegno finanziario di 630 milioni di euro. Che cosa è stato o non è stato fatto? In Lombardia si fermano per guasti 5 locomotori ogni giorno, il materiale rotabile è obsoleto, il 50 per cento dei locomotori ha più di 45 anni e il recente annuncio dell'acquisto di 37 locomotori e 27 nuove carrozze, che verrà diluito in tre anni, è un palliativo rispetto alle esigenze di potenziamento. Ogni giorno continuano a levarsi le proteste di migliaia di passeggeri che segnalano disagi, ritardi e incuria.Per risolvere il problema della mobilità in Lombardia, sarebbe necessario un piano pluriennale di interventi strutturali, che preveda treni nuovi e carrozze adeguate e una migliore gestione delle reti e degli orari. Il rimpallo delle responsabilità è uno sport nazionale e di certo non serve a garantire una più efficace governance delle infrastrutture lombarde. Qualcuno, per disperazione, ha fatto una battuta: un'alternativa, disastrosa, ai 1.200 treni locali che ogni giorno attraversano la Lombardia ci sarebbe, anzi c'è. L'automobile. Per carità è solo una battuta, ma in queste condizioni di precariato del trasporto pubblico, quando dall'alto si sente predicare la mobilità e la flessibilità, ai pendolari cascano le braccia. E questa è soltanto un'espressione eufemistica, perché, per capire, «bisogna provare».