22.10.06

Pendolari increduli: c'è il «Vivalto», viaggio di lusso



Sono stati tanti i pendolari che lunedì sera a Milano si sono stropicciati gli occhi, increduli, quando hanno visto il nuovo treno Vivalto (nella foto) al posto di quello abituale che parte dalla stazione centrale di Milano alle 18,15 diretto a Brescia, con le fermate bergamasche di Treviglio e Romano. In gergo tecnico, che i pendolari conoscono bene, è il treno 2619, fino a lunedì campione in negativo per le carrozze vecchie e malandate e sempre piene di viaggiatori, trattandosi di uno dei convogli più affollati nell'ora di punta.L'altra sera invece c'era il Vivalto, con sette carrozze a due piani con aria condizionata, impianto audio e video, più di 900 posti a sedere, illuminato e pulito e con arredi che lo fanno assomigliare più a un eurostar che a un treno per pendolari. Tra le chicche del Vivalto anche le mappe tattili, le pulsantiere per i non vedenti e il sistema di videosorveglianza. È stato il viaggio d'esordio di questo nuovo treno con i pendolari della Milano-Brescia. Alla fine dell'anno saranno 5 i Vivalto comprati da Trenitalia e impiegati in Lombardia.Sulla Milano-Brescia a regime, con l'arrivo del nuovo orario dal 10 dicembre, il treno 2619 dovrebbe essere sempre un Vivalto. Da oggi a dicembre, invece, il nuovo treno ci sarà ma non tutti i giorni: si alternerà al vecchio treno che i pendolari della Bassa ben conoscono. «I pendolari del R 2619 ringraziano tutti per l'ingresso del Vivalto», si legge nella mail dei comitati della linea Milano-Brescia, inviata a Trenitalia e alla Regione. «È il segnale di attenzione che Trenitalia ci aveva promesso rispetto ai problemi del nostro viaggiare quotidiano - commenta il comitato pendolari di Romano-Chiari-Rovato - le carrozze climatizzate fino a oggi sono andate su tantissime altre linee meno che sulla nostra, e ci siamo trovati con i treni più vecchi e sporchi».Per la cronaca, il viaggio del Vivalto si è concluso a Brescia con una decina di minuti di ritardo rispetto al previsto, ma molti pendolari probabilmente per questa volta non se ne sono accorti.Carlo Cantù

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